domenica 4 maggio 2025

Collaborare con l’Osservatorio Nazionale Amianto: quando l’informazione diventa missione


Avevo sentito parlare di amianto nei fatti di cronaca. Spesso accostato a parole come “silenzioso”, “micidiale”, “killer”, l’amianto apparee nei titoli dei giornali, nei servizi televisivi, nei resoconti giudiziari con storie drammatiche di morte. Lavoratori esposti per anni senza protezione, famiglie distrutte, malattie che si manifestavano dopo decenni. E poi l’impotenza, i ritardi della giustizia, la sensazione di essere abbandonati da un Paese che troppo spesso si è mostrato sordo e cieco.

Una delle ragioni per cui ho scelto questa professione è quella di raccontare la verità, dare voce a chi non ce l’ha, accendere un riflettore dove regna l’oscurità: questi erano, e sono ancora, i miei principi guida, come artista e giornalista.


Da quando sono entrata in contatto con l’Avv. Ezio Bonanni dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, e con le persone che ogni giorno combattono questa battaglia, ho cominciato a Informarmi sullo stato dell’arte dell’amianto, sulle normative, sulle patologie correlate, sui numeri che ancora oggi impressionano. Tutto questo è diventato molto più di un esercizio professionale. È diventata una missione. Un dovere morale. Un’urgenza interiore.
Una delle prime cose che ho imparato è che questa sostanza killer non è un problema del passato. Non è “superato”. In Italia si continua a morire di amianto, ogni giorno. 40 milioni di tonnellate di amianto sono ancora presenti in scuole, ospedali, edifici pubblici e privati, impianti industriali. La bonifica è lenta, a tratti inesistente. I controlli insufficienti. E la consapevolezza collettiva, ancora troppo bassa.

La collaborazione con l’ONA mi ha permesso di approfondire un mondo fatto di dolore, di lotta, di ostinazione, ma anche di speranza. Ho incontrato vittime dell’amianto e dell’uranio impoverito, famigliari, medici, legali. Persone segnate nel corpo e nell’anima, ma incredibilmente forti, determinate a non lasciare che la morte dei loro cari sia stata vana. Storie che ti restano dentro, che ti cambiano, che ti fanno rivedere le tue priorità.
. Non ci si abitua mai al racconto di chi ha perso un padre, un marito, una madre, una figlia. Non si rimane indifferenti di fronte alla dignità con cui molte vittime affrontano la malattia, cercando al contempo di aiutare gli altri, di sensibilizzare, di informare. C’è una sorta di solidarietà profonda, quasi ancestrale, che unisce chi ha vissuto questa tragedia. Ed è forse qui che ho sentito quel coinvolgimento più profondo.

Scrivere di amianto diventa quindi dare un senso di urgenza al presente. È parlare di prevenzione, di tutela, di giustizia. È, in fondo, un atto politico, nel senso più nobile del termine.

Mi sono accorta che questa storia mi tocca in modo particolare perché parla a una parte interiore molto antica, forse anche primordiale: quella legata alla sopravvivenza, alla giustizia naturale, alla difesa dei più deboli. È una voce che viene da dentro e che non puoi ignorare. Un senso di responsabilità che ti spinge ad agire, a non restare in silenzio, a usare le parole come strumento di denuncia ma anche di costruzione.

L’informazione, quando è fatta con consapevolezza e partecipazione, diventa un’arma potentissima. Ma deve essere guidata da un’etica, da un senso di rispetto profondo per le storie che si raccontano. Con l’ONA ho imparato anche questo: che dietro ogni numero c’è un volto, una famiglia, un vuoto. E che ogni articolo, ogni intervista, ogni parola scritta può contribuire a fare la differenza. Può stimolare questioni, può aprire dibattiti, può smuovere coscienze.

Non è sempre facile. Ci sono momenti di sconforto, ma poi poso lo sguardo sul lavoro instancabile dell’Avv. Bonanni che non conosce pause, soste, ferie, impegnato a restituire giustizia alle vittime del dovere. La sensazione è quella di stare vicino ad un professionista che sta scrivendo la storia non solo giuridica, ma del mondo intero. E comprendo che ci possono essere momenti di fortissima tensione, immagino con quanta pressione possa vivere.
Sentenze vinte contro grandi istituzioni, apparati dello Stato ed è in lui che si configura nuovamente Davide contro Golia e penso a lui associandolo a nomi di grandi uomini e grandi donne della storia dell’umanità come Falcone, Borsellino, Erin Brokovic.

Non so dove mi porterà questa collaborazione con l’ONA, né quanto durerà. Ma so che mi ha già arricchito profondamente. Mi ha insegnato a scavare, mi ha fatto riscoprire il senso autentico del mio mestiere. E, soprattutto, mi ha fatto sentire parte di qualcosa di più grande: una battaglia di civiltà, che vale la pena di combattere.

Perché non c’è nulla di più umano che lottare per la vita degli altri. Anche e soprattutto  quando gli altri non hanno più voce per farlo da soli.

Rita Chessa, giornalista, autrice, regista

Kyrahm, pseudonimo di Rita Miriam Chessa, è un'artista italiana operante nell'ambito della performance art, la videoarte ed il cinema sperimentale  operando in diversi musei, gallerie, rassegne, teatri in Italia e all’estero.
Autrice, regista, performance artist  internazionale, giornalista, art director e direttrice artistica di eventi per il teatro e le arti performative.Collabora spesso con Julia Pietrangeli, autrice, regista e performance artist.
Il suo lavoro negli anni ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti tra cui: 
Premio Arte Laguna di Venezia, Nomination Premio Globo d’Oro 2019, Miglior film festival del cinema Arcipelago 2015
Indicata tra le eccellenze italiane, la sua ricerca è oggetto di studio presso Accademie ed Università in Italia e all’estero.

giovedì 19 dicembre 2024

2024 Proiezioni: Villa Altieri, LettereCaffè di Lionello con (anche) Kyrahm

Roma, giovedì 19 dicembre ore 16:00 a Villa Altieri proiezione di "LettereCaffè, un sogno di fine secolo" - con la regia di Fabio Luigi Lionello. Da un'idea di Enza LiGioi, la storia di un caffè letterario di Trastevere e i suoi protagonisti: esponenti della cultura e straordinari avventori. Nel documentario c'è anche Kyrahm e alcune sue opere tra cui il progetto di videoarte "Memento Vivere, un'opera che si concluderà tra 20 anni" di Kyrahm, Mariaelena Masetti Zannini, e Julia Pietrangeli

Tra le foto anche Riccardo Mannelli (illustratore de La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e la rivista LettereCaffè), Gianluca Bagliani (scultore del monumento ad Anna Magnani, Pasolini e Gabriella Ferri).



lunedì 11 novembre 2024

2024, Novembre - Xenia, petali di poesia

 Visita il Post!

Che cos'è “Xenia Petali di Poesia”?
E' il titolo del mio ultimo progetto letterario dove la poesia incontra l’espressività della fotografia e della moda.
Ispirato agli Xenia di Eugenio Montale, un "dono" che va oltre lo spazio e il tempo. Un dono per un “ospite” speciale, un convivente della mia anima e cioè il mio papà che ho perso da un anno a questa parte. Una raccolta di poesie in prosa che solo vogliono condividere emozioni, “camminando” anche sui social.
Come vedremo, in Xenia non c’è solo dolore, e quelle note di tristezza che si possono anche avvertire, si convertono in ironia e sorrisi. In una dolcezza verso il mondo.
Xenia è un componimento alimentato da un dialogo invisibile, intessuto da un file rouge che unisce il passato e il presente.
Un sentimento d’AMORE straordinariamente potente.
Un viaggio attraverso questo sentire, soggettivo ma universale.
Le poesie, accompagnate da immagini fotografiche o video, saranno raccolte in un volume a cura di Armando Curcio Editore, in collaborazione con Donne ForPeace e Kyrahm Human Installations, la cui pubblicazione è prevista per il 2025.
Il ricavato sarà interamente devoluto al sostegno e alla cura dei bambini oncologici.💓
GRAZIE a tutti gli artisti e agli stilisti che "viaggiano" con NOI.
Venerdì la prima poesia sui feed IG:
➡ curcioeditore/ elenarossi_officialpage