martedì 8 novembre 2011

ZEROVIOLENZADONNE.IT: "BODY ART E VIOLENZA CONTRO LE DONNE: KYRAHM E IL CORPO ESTREMO"

di Kyrahm
8 novembre 2011

La body art estrema attua pratiche che hanno origini antichissime (body mods, sunspension, piercing, scarification) e rende il corpo protagonista assoluto considerandolo soggetto e oggetto dell’espressione artistica ed esibendolo come opera e pone una riflessione su interventi sul corpo socialmente accettati (chirurgia estetica) e modificazioni corporee che hanno faticato (e continuano) a proporsi come modelli alternativi diffusi. C'è un atteggiamento condiviso che impone ciò che è giusto o sbagliato in proporzione all'autodeterminazione. Più un corpo autodetermina se stesso (ad es. transessuali, freaks) più è considerato deviante perchè non omologato alla società (il corpo deviante somiglia a se stesso e non alla società, quindi potenzialmente pericoloso per l'equilibrio e sfuggente alle dinamiche di controllo).

A partire dagli anni Settanta le arti cosiddette "canoniche" subiscono un definitivo cambio di rotta approdando a una privilegiata, inquietante terra di conquista: il corpo. Nasce così l'arte estrema: la comparsa della carne e della sua "violazione" è un evento epocale, "epifanico", il territorio in cui esplodono tensioni e perversioni che hanno "strisciato" silenziosamente nelle epoche passate. I miti del martirio rivivono nelle torture, nelle crocifissioni nelle pratiche del dolore e del sangue. Dalle performance del Living Theatre alle sfide della Post-Porn Art, dalle provocazioni di Urs Luthi alla scioccante "esperienza" di Franko B. (Savoca - Arte estrema).

Esponente italiana della body art contemporanea l'artista Kyrahm: la sua ricerca esplora la body art estrema, la live art e indaga il rapporto tra i generi coerentemente con la Teoria Queer per musei, gallerie, teatri, festival internazionali. Elabora le Human Installations, performance apocalittiche dal forte impatto emotivo dove tutto ciò che avviene è reale, non c'è interpretazione.
"Da piccola rimasi colpita dalla straordinaria crudezza e verità delle opere di Caravaggio. Credo che per quegli anni l'impatto delle sue opere con le persone dell'epoca fu piuttosto violento e sono convinta del fatto che l'arte migliore sia quella dove il pubblico è colpito da uno shock cinestetico.

L'incontro con la performance fu durante gli anni del liceo: in quel periodo mi esprimevo soprattutto attraverso l'arte tradizionale (disegno, pittura, scultura) ma sentivo forte la necessità di un'estensione ulteriore. Ho una formazione artistica accademica e tra tutte le forme d'arte rimasi affascinata dalla performance art ed il linguaggio della body art estrema è uno dei tanti mezzi espressivi. Rimasi colpita da alcuni testi sulla body art che parlavano di Marina Abramovich, l'artista serba che durante le sue performance spinge il suo corpo al limite della sopportazione. Capii presto di avere una naturale predisposizione: ricordai che da piccolissima stavo intere giornate in silenzio ed ho la fortuna di avere un elevato livello di soglia del dolore.

Le prime sperimentazioni con il playpiercing furono a casa mia. Mentre ascoltavo la Carmen fui travolta da un impulso intenso: creai una composizione di aghi, fiori, frutta e perle sul mio corpo ispirata da un quadro di Arcimboldo. Avevo recuperato centinaia di fiori che inserii al posto della siringa di oltre 300 aghi che penetravo delicatamente nella mia carne. Alla fine ero quasi completamente ricoperta di rose e gigli bianchi, come se crescessero naturalmente dal mio corpo.
D'accordo con Lea Vergine, attraverso gli aghi nella mia carne ho sbloccato le forze del mio inconscio, scatenando conflitti tra desiderio e difesa, tra licenza e divieto, tra contenuto latente e contenuto manifesto, tra pulsioni di vita e pulsioni di morte.

Le pratiche di autoinflizione sono solo linguaggi che ho recuperato dagli ambienti underground. Parafilie e affini sono derivazioni eventuali e non il punto di partenza. Per quanto mi riguarda quindi non c'è una tendenza masochistica, si tratta solo di una scelta estetica. Il corpo è il mio mezzo, territorio semantico, così come anche per altri artisti (Orlan, Franko B).
Credo fortemente che accanto ad azioni simili sia necessaria una ricerca estetica minuziosa. Altrimenti si tratta soltanto di pratiche fine a se stesse.

Tra le performance "Human Installation III: Sacrifice" dove avviene una vera crocifissione con la tecnica della sospensione e Kyrahm piange sangue togliendo aghi inseriti nell'arcata sopraccigliare. E' una dedica all'amico e grande artista americano Ron Athey, tra i primi a proporre performance tra body art estrema e iconografia cristiana.
"Più che body artist preferisco definirmi live artist" afferma Kyrahm.
La live art è un termine anglosassone che designa un tipo di performance fruibile nell’ambito dell’arte contemporanea.
Molta parte del mio lavoro è una riflessione sulla bellezza minimale dell'essenzialità.

Tra le opere “Human Installation 0:Chrysalis”: rinchiusa in un bozzolo per 30 ore in una piazza di Roma, con collegamento web 24 ore su 24, ho inaugurato il Festival di performance Mut-azioni Profane da me scritto e curato con Julius Kaiser. Una volta distrutto il bozzolo, ho aperto l'evento ricominciando a nutrirmi e riprendermi a teatro per poi iniziare "Human Installation II:Life Cycle": un neonato di 18 giorni che piange, la pubertà che si copre imbarazzata, soggetti anziani che mostrano i vecchi corpi. Il neonato è uno dei più giovani del mondo nella Storia del Teatro e della Performance Art.

"Human Installation I:Obsolescenza del genere", è selezionata tra le 30 più belle del mondo negli USA e vincitrice della sezione performance del Premio Arte Laguna 2009 e presenta corpi di soggetti transessuali. Julius Kaiser, drag king, effettua la trasformazione da donna a uomo sulla scena.
Ho istituito il movimento artistico italiano Human Installations.
“EX CORPORE”, video, installazione e performance è l'opera realizzata con gli oggetti originali provenienti dalle performance dei body artist più importanti del mondo. Lavoro documentato nel film "Kyrahm Cries Blood" di Julius Kaiser.

La mia performance "Marie's Baby" è una evoluzione de "Il gioielliere" – presentata all'evento collaterale della Biennale di Venezia 2009 Blue Wedding, per il festival di arti performative Corpo al museo di Nocciano a cura di Sibilla Panerai, alla Dinnerwave Art Gallery in Arizona e per i festival Mut-azioni Profane e Female Extreme Body Art di Roma (da me ideati con Julius Kaiser).
L'opera ha preso parte al progetto Woyzeck ideato dal Collettivo Cercle in collaborazione con Kyrahm e Julius Kaiser, Pino Genovese, Marina Sciarelli, Nicole Riefolo, Nonosolotango.

Parla di violenza contro le donne, del rapporto tra i generi e la sua fluidità coerentemente con la Teoria Queer.
Durante la performance Julius Kaiser, performance artist e drag king – donna che si veste da uomo per spettacolo – inserisce gli aghi nella mia carne, creando una composizione estetica di aghi e perle inserite nella mia schiena.
Io mi volto e continuo a ferirmi all'altezza del petto: il sangue che scorre sull'immagine proiettata del bambino sulla pancia rimanda alla trama del Woyzeck dove la protagonista, Marie, viene brutalmente uccisa dal compagno soldato dopo che questi scopre una relazione di lei con un altro.
Il gioiello usato per ferire la carne è rappresentativo del tema atavico delle differenze di classe e dei giochi di potere legati ai ruoli di genere.
Ma è anche rappresentativo della brutale violenza spesso omicida attuata sulle donne.