martedì 3 agosto 2021

Memento Vivere: alcune intenzioni di una performance (e videoarte) lunga 20 anni

 Mi sono avvicinata al mondo della performance art affascinata dal carico di verità che questo linguaggio trascina con sé. Più volte ho affermato: "se dopo aver visto un'azione artistica la tua vita continua ad essere quella di prima, allora non hai assistito ad una performance".  "Memento Vivere" nasce in un periodo storico dove genitori, nonni, nipoti non hanno potuto dirsi addio.  Nel marzo del 2020  il Primo Ministro del Regno Unito pronunciò (prima del dietrofront avvenuto dopo essersi successivamente infettato)  "abituatevi a perdere i vostri cari”. Mi colpì positivamente la risposta di Mauro Berruto, letterato, filosofo e antropologo: "Noi non apparteniamo a questo modo di pensare, noi siamo Enea che prende sulle spalle Anchise, il suo vecchio e paralizzato padre, per portarlo in salvo dall’incendio di Troia, che protegge il figlio Ascanio. Noi siamo Virgilio che quella storia l’ha regalata al mondo. Noi siamo Gian Lorenzo Bernini che, ventiduenne, quel messaggio l’ha scolpito per l’eternità, nel marmo". Quell'opera si trova a Roma, alla Galleria Borghese e contemplarla con mio padre, ora 84enne,  è un'esperienza toccante, struggente.

Kyrahm e Anselmo Chessa, Galleria Borghese

Ho coinvolto spesso i miei genitori durante le mie performance (vedi 'La Crisalide' con mia madre che si occupava dei miei bisogni primari mentre ero rinchiusa in un bozzolo per 29 ore in una piazza romana o "(A)mare Conchiglie" dove mio padre raccontava la sua storia di ex emigrato italiano all'estero nel dopoguerra insieme ai migranti africani). 
 C'è una sacralità nei legami famigliari (penso ad esempio alle azioni di Jodowroskji o Gonzalo Rabanal)  ma senza dare per forza riferimenti performativi, tale espressione è tautologia per chi ha la fortuna di vivere in un contesto pieno d'amore. 
L'incontro con Mariaelena Masetti Zannini, attrice e regista teatrale, è avvenuto nel 2009: aveva assistito ad alcune performance piuttosto estreme che caratterizzavano la ricerca che con Julius Kaiser portavamo in quegli anni, in particolare durante la rassegna MutAzioni Profane che presentammo al Teatro dell'Orologio. Passò molto tempo prima che entrammo in connessione dal punto di vista umano e artistico (vedi Il corpo del testo o Musami o Vate alle colonne del vizio).
 

"Memento Vivere" è un’opera che si concluderà tra 20 anni, dove genitori e figli sono invitati a dirsi tutto, per non lasciare nulla in sospeso, come in un imminente addio. Questo il contenuto della performance che nella sua documentazione si fa non solo videoarte, ma soprattutto raccolta preziosa di ricordi e promesse:
tra due decadi chi rimarrà racconterà nostalgie, conquiste, perdite, successi, fallimenti del patto fatto.
Genitori e figli possono prendere parte al lavoro che cercherà in qualche modo di scolpire in aeternum
quegli attimi che vorremmo rimanessero vivi per sempre, come chi amiamo. Il padre di Mariaelena ha confidato subito dopo l'azione avvenuta tra le pareti di casa: "posso dire che questo è uno dei giorni più belli della mia vita". E senza andare troppo lontano, già questo è da solo un motivo che giustifica la nascita di questo lavoro.
Guardo i miei, ho il terrore dell'ineluttabilità dell'esistenza: Dove finirà questa massa informe di emozioni, cari mamma e papà?

Ringrazio mio padre, mia madre, Mariaelena e suo papi, tutti i genitori e figli che vorranno partecipare, Julius Kaiser e Gianni Nappa.

La prima raccolta di esperienze è prevista a Napoli, il 18 settembre, alle carceri basse di Castel dell’Ovo, per Art Performing Festival. 
Chi desidera farne parte può scrivere a mementovivereperformance chiocciola gmail.com