sabato 11 maggio 2019

Come è nata DAVIDE E GOLIA, PERFORMANCE DI KYRAHM CON LUIGI LEONARDI, testimone di giustizia (I)




È passato più di un mese dalla realizzazione di DAVIDE E GOLIA, un progetto che nacque circa un anno fa.
Dopo l'incontro con Rino Squillante e l'Accademia di Belle di Arti di Napoli nel 2014, il desiderio di lavorare sul tema contro le mafie era diventato un obiettivo da costruire. Rino, la sua assistente Rosa e i suoi studenti stavano lavorando al progetto sulla terra dei fuochi Orgh! Ho avuto modo di conoscere la storia di Luigi Leonardi attraverso i social, ma la maggior parte delle persone lo ricordano per una trasmissione fatta a Le Iene dove ha raccontato la sua condizione di imprenditore che ha detto no alle estorsioni della camorra. Per le sue denunce ha pagato un prezzo altissimo: la perdita degli affetti, della casa, dei negozi e delle sue fabbriche. La prima volta che ci siamo dati appuntamento, vicino al Pantheon di Roma, ho avuto modo di conoscere un uomo coraggioso, che non ha perso il sorriso nonostante le dure prove che la vita gli impone da 18 anni. Luigi vive da 3 anni e mezzo sotto scorta. Non è libero di fare nulla, anche durante quel nostro primo aperitivo, due uomini armati lo tenevano sotto controllo perché vive costantemente in serio pericolo di vita.
Fin da subito  gli proposi l'idea di una performance dove avrebbe dovuto abbattere un muro, un primo abbozzo che accolse con entusiasmo.
Nei mesi successivi è iniziata una ricerca approfondita, fatta di incontri con altri testimoni di giustizia, interviste, studio meticoloso, viaggi tra Sicilia, Calabria e Campania.
Confidai l'idea del muro nel 2018 anche a Monica Pirone  e a Sergio Angeli che all'epoca mi contattarono per una bozza di un altro progetto da fare al MACRO Asilo che non si è poi concretizzato.
Proposi la mia idea a Giorgio De Finis, direttore del museo scrivendo: "Chiedo Asilo al MACRO per una performance contro la mafia."
La rivoluzione culturale di Giorgio consiste nella disponibilità all'accoglienza di ciò che ritiene opportuno mostrare rinnovando il museo in un luogo vivo e di fatto il suo altrettanto un atto performativo: una trasformazione che si discosta completamente dall'elitarismo, perché ciò che conta davvero sono i contenuti offerti. E il coraggio di Giorgio nell'accettare i contenuti di questa performance ne prova e ne conferma l'autenticità.
Nel 2018 incontrai nuovamente Rino Squillante e il suo laboratorio XtraLab di Pittura all'Accademia di Napoli e Luigi parlò della sua storia ai ragazzi presenti. Considerato il percorso fatto è stato bello coinvolgere XtraLab in questo lavoro.
A dicembre documentai lo sciopero della fame di Leonardi davanti al Viminale che per protesta aveva in quel periodo anche rinunciato alla scorta.
È stato un anno intenso, duro, ma bellissimo perché ho avuto l'occasione di tornare a lavorare dopo lo stop di due anni dovuto alla mia condizione incerta di salute, per fortuna superata.
Il muro è il GOLIA, un blocco in moduli alto 5 metri x 4, costruito nella project room del museo nell'arco di una ventina di giorni nel mese di marzo. Durante la sua realizzazione si sono articolate performance nella performance, in attesa dell'azione principe di Luigi.
Tra le azioni: "Memoria I" dove ho ricordato i nomi delle vittime della mafia nella storia musicata da Fabio Mariani, "la Madre" dove Fulvia Patrizia Olivieri ha interpretato la mamma di Peppino Impastato, il mio respiro faceva da memento vivere e Giò Lacedra ripeteva il gesto di immergere dei panni in un catino di placenta e umori.
Luigi è il mio DAVIDE, l'uomo comune che si fa eroe nel paradosso di aver solo svolto il proprio dovere.
Arriva il giorno della performance: 24 marzo 2019.
Io e Luigici  rechiamo ad un parco vicino al museo, coincidenza vuole che sia stato dedicato ai testimoni di giustizia, alle vittime della mafia, agli uomini che hanno reso migliore questo paese: ci soffermiamo dinanzi le targhe di Peppino Impastato, Rita Atria, Antonino Caponneto.
Torniamo nella project room del museo, il GOLIA dipinto di nero sembra attendere lo scontro.
Sussurro a Luigi:  "lui è tutto ciò che ti ha impedito di avere una vita felice." Lo sento trasalire, gli occhi si fanno umidi. È pronto.
Le persone entrano, riempiono la sala, molti rimangono fuori.
Luigi racconta la sua storia fatta di soprusi, dignità, orgoglio nella lotta alla camorra e desiderio di ottenere delle risposte dallo Stato che tardano ad arrivare.
Luigi è gonfio di rabbia, la fierezza del guerriero: a mani nude distrugge il GOLIA che, aperto, diviene l'arco di trionfo di chi lotta contro le mafie.
E mentre una luce accecante irradia, il DAVIDE afferra la bilancia della giustizia come un trofeo.
Il pubblico è commosso, lo sostiene animatamente.
Grazie Luigi. Perché come ho detto più volte, accanto alla giusta commemorazione dei sacri martiri come Falcone e Borsellino è importante ricordare chi è ancora in vita e sta lottando contro le mafie mettendo in pericolo la propria esistenza per rendere migliore il nostro futuro e quello delle generazioni che verranno.